L’atto vandalico

Rubano la Madonna di Col Menador per “pulire” la montagna, Zaia: “Giù le mani dai simboli sacri”

La statua in bronzo era stata portata a inizio del mese da alcuni volontari

Rubano la Madonna di Col Menador per “pulire” la montagna, Zaia: “Giù le mani dai simboli sacri”
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Rubata la Madonnina di Col Menador.

Rubano la Madonna di Col Menador per “pulire” la montagna, Zaia: “Giù le mani dai simboli sacri”

Erano stati alcuni volontari, a inizio mese, a portare la statua di bronzo lassù, sopra malga Calleda, vicino al Passo Duran. Poi il furto.

Una goliardata? Non proprio. Sotto un articolo pubblicato online una persona avrebbe rivendicato il gesto, spiegando di averla rubata per pulire la montagna.

"Esprimo una ferma condanna per l'atto vandalico perpetrato contro la statua della Madonnina posizionata sul Col Menador nel Bellunese. Come si può arrivare a 'rapire' un’immagine sacra, giustificando il gesto con un presunto fastidio che essa causerebbe alla montagna? Questo atto rappresenta non solo un'offesa ai sentimenti religiosi di molti, ma anche una profonda mancanza di rispetto verso la nostra storia e le tradizioni culturali radicate nelle comunità montane del Veneto. Pur riconoscendo il diritto di ognuno a esprimere le proprie opinioni, è fondamentale ricordare che il rispetto reciproco è il pilastro di una convivenza civile. Giù le mani dai simboli sacri", dichiara il Presidente del Veneto, Luca Zaia. 

E continua.

"Le montagne sono un luogo di incontro, riflessione e spiritualità, spazi aperti a tutte le fedi e credenze. Non è la presenza di una Madonnina a deturpare la bellezza incontaminata delle nostre vette; sono piuttosto i gesti irrispettosi e provocatori a violare la sacralità di questi luoghi. Le nostre montagne devono essere preservate non solo nella loro dimensione naturale e paesaggistica, ma anche come spazi di libertà spirituale, dove ogni individuo può trovare il proprio conforto e i propri simboli di riferimento". 

Con queste parole, il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, sollecita un’indagine approfondita per identificare gli autori di questo gesto e ribadisce l'importanza di preservare i valori fondamentali di rispetto e convivenza pacifica che da sempre caratterizzano le comunità montane del Veneto.

"Sono convinto che la maggioranza delle persone condivida l'idea che le diversità debbano essere fonte di arricchimento reciproco e non di conflitto. Rimuovere o danneggiare un simbolo religioso è un atto che ferisce non solo i credenti, ma anche coloro che vedono in quei simboli una parte della propria identità culturale e storica. Le azioni di censura contro tali simboli sono inaccettabili e devono essere condannate con fermezza, poiché minano la coesione e il rispetto che dovrebbero caratterizzare la nostra società. Faccio appello a tutti i cittadini, credenti e non credenti, affinché si uniscano in una riflessione comune sull’importanza del rispetto e della tolleranza. Le nostre montagne, patrimonio di bellezza e spiritualità, devono rimanere luoghi incontaminati anche nello spirito, liberi da azioni che seminano divisione e conflitto".

Commenti
Ferdinando

Sono solo dei poveracci dementi!

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