Longarone

Safilo come Acc, i sindacati: “Rischiamo di mettere in crisi un settore da 14mila persone”

Domani, mercoledì 8 febbraio, lo sciopero per cercare di salvare i quasi 500 dipendenti della sede longaronese

Safilo come Acc, i sindacati: “Rischiamo di mettere in crisi un settore da 14mila persone”
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Qualcuno l'aveva già pensato.

La storia della Safilo, per come sta evolvendo, ricorda quella di un’altra azienda bellunese.

Safilo come Acc, i sindacati: “Rischiamo di mettere in crisi un settore da 14mila persone”

“La grande manifestazione che si svolge mercoledì 8 febbraio per il dichiarato disinteressamento della proprietà sullo stabilimento Safilo di Longarone – spiega Milena Cesca, Femca Cisl Belluno Treviso - si lega idealmente alla manifestazione di Mel del 13 novembre 2021, in cui tutti i soggetti politici, sindacali e istituzionali si riunirono in un grande momento di solidarietà e partecipazione nei confronti dei lavoratori della Ceramica Dolomite e della Acc, ma anche per la salvaguardia della relativa struttura industriale. Allo stesso modo vuole essere questo l'inizio di un percorso che deve vedere un livello ancora maggiore di attenzione, perché impatta su un settore quale l'occhialeria determinante per il territorio. Un settore che nel territorio Bellunese rappresenta l’80% della produzione globale e occupa quasi 14.000 persone su un totale di 18.000 circa, questo solo con l'occupazione diretta e senza contare l'indotto”.

In questa fase l'azione sindacale e politica sono fondamentali e il motivo è semplice. Dentro una più complessiva trasformazione di tutto il mondo dell'occhialeria, a farne le spese saranno le lavoratrici e i lavoratori e, tra questi, i meno qualificati o quelli con limitazioni fisiche causate da anni di lavoro sulle linee di produzione.

Due sono i filoni dell'azione sindacale, da una parte quello di carattere strategico, in primis la formazione, con i quasi 3 milioni di euro cofinanziati da Regione Veneto e parti datoriali, dall'altra una forte azione negoziale e rivendicativa, come quella finalizzata a influenzare in maniera positiva le scelte del management Safilo e degli azionisti.

“Siccome sono questi processi che partono da lontano, fanno specie alcune dichiarazioni di qualche giorno fa di Tabacchi che tendono a individuare rispetto alla situazione dell'Azienda, responsabilità parziali e non ben motivate – aggiunge Cesca - bisognerebbe chiedersi invece come mai Safilo negli ultimi 15 anni ha perso dal proprio portafoglio le principali griffe quali Armani, Gucci, Dior ecc., finendo per cessare di essere quel riferimento per la produzione degli occhiali di lusso che negli anni ne ha fatto la fortuna. Il sindacato è impegnato con le sue migliori energie e insieme al mondo della politica e istituzioni sul territorio per far sì che l'occhialeria continui ad essere una parte fondamentale dell'economia della provincia, con la consapevolezza che nessuno deve rimanere escluso, a partire dai più fragili e con la lungimiranza di chi deve trovare soluzioni per l'immediato, ma anche di lungo respiro che garantiscano continuità, crescita professionale e prospettive ai lavoratori di oggi e ai giovani di domani”.

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