Trasportata dall’onda del Vajont e ora esposta, la storia della mola da macina di 12 quintali
Tanti gli eventi in programma per il 60esimo del disastro del Vajont
Una mola da macina di 12 quintali, trasportata dall’onda del Vajont.
Trasportata dall’onda del Vajont e ora esposta, la storia della mola da macina di 12 quintali
È esposta a Ponte nelle Alpi, ma sono tanti gli eventi in programma per il 60esimo della tragedia. È stata inaugurata la mostra fotografica di Agostino Sacchet, presentata dall’assessora Marta Viel e dedicata al ricordo della tragedia del Vajont. Diversi e commoventi gli interventi di sopravvissuti, volontari, soccorritori dei vigili del fuoco e degli Scout.
La mostra può essere visitata tutti i giorni, in orario d’ufficio, negli spazi espositivi del municipio, fino a fine ottobre. Pannelli con la storia del Vajont e immagini del periodo, inoltre, saranno installati all’aperto, lungo la ciclabile Ponte nelle Alpi-Paiane, in località “Olta delle Mole”, dove il Piave curva verso Belluno e dove la notte del 9 ottobre iniziarono i primi interventi di ricerca delle salme.
Non solo: all’entrata del municipio, grazie all’associazione “Ecomuseo del Piave”, presieduta da Italo Pierobon, è stata posta una “mola” da macina di 12 quintali in pietra di Soccher. Il manufatto fu trasportato dall’onda d’acqua e ritrovato nel greto del Piave da Angelo Pierobon.
In merito al programma commemorativo, domani mattina (sabato 7, ore 10.30), a Nuova Erto, si svolgerà la cerimonia solenne in memoria delle vittime e della tragedia. Nel 2004, l’amministrazione comunale di Ponte nelle Alpi pose un monumento in pietra rossa di Erto, al centro del paese per ricordare la corrispondenza e l’amicizia tra la comunità di Nuova Erto e quella di Erto-Casso.
Nuova Erto iniziò a essere progettata nel 1964 e le prime case videro luce dagli anni Settanta. Ospita circa 200 abitanti di famiglie per lo più sfollate dopo il disastro. Nella zona sorgono importanti servizi, le sedi di associazioni benemerite come gli alpini, gli artiglieri, i marinai, la riserva di caccia e sono state edificate strutture sportive come il poligono di tiro, il bocciodromo, i campi da tennis, il PalaMares e lo stadio.
Lo stesso piazzale dello stadio è dedicato alla Memoria del Vajont con la dicitura “22.39”, ora della tragedia. La commemorazione vedrà presenti le amministrazioni comunali di Longarone, Erto-Casso, Vajont e Ponte nelle Alpi, alunni delle scuole del territorio e associazioni di volontariato.