Borgo Valbelluna

Due mamme per un bambino: scatta la raccolta fondi per sostenere le spese legali

La legge prevede l'unione civile fra due persone dello stesso sesso, ma non riconosce la genitorialità per entrambi i genitori, quando il figlio sia nato in Italia, mentre l'ammette se il figlio è nato all'estero.

Due mamme per un bambino: scatta la raccolta fondi per sostenere le spese legali
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L'odissea della coppia sposata nel 2018 che si batte per il diritto alla bigenitorialità. E' stata indetta una raccolta fondi dalle due mamme di Mel per sostenere le spese legali.

Due mamme per un bambino

“Due mamme per un bambino diritti uguali per tutti” si chiama così la raccolta fondi sulla piattaforma GoFundMe che Cinzia Dell’Olivo e Monica Burigo di Mel, frazione di Borgo Valbelluna, che hanno voluto organizzare per poter riuscire a sostenere le spese legali che stanno intraprendendo per ottenere il riconoscimento del diritto alla loro genitorialità.

L'odissea della coppia, sposata dal 2018 è iniziata quando la Procura della Repubblica ha disconosciuto la legittimità dell'iscrizione del bambino nato da Cinzia al Comune di appartenenza come figlio di entrambe. Ci sono stati i ricorsi al Tribunale di Belluno, poi alla Corte d'Appello, entrambi con risposte negative. Cinzia e Monica raccontano:

La legge prevede l'unione civile fra due persone dello stesso sesso, ma non riconosce la genitorialità per entrambi i genitori, quando il figlio sia nato in Italia, mentre l'ammette se il figlio è nato all'estero: è questa un'incomprensibile incoerenza”.

Le mamme, tuttavia, hanno dichiarato la loro intenzione di voler continuare la battaglia per vedere riconosciuti i diritti del loro bambino, per questo si rivolgeranno alla Corte Costituzionale e poi alla Corte Europea.

La sentenza

La sentenza della Corte di d'Appello del 26 aprile 2021 ha negato alla bellunese Monica il diritto di essere mamma del suo bambino, assieme a Cinzia, con cui è sposata dal 2018. E non è stato un bel regalo, nell'imminenza della Festa della Mamma.

Una sentenza sconfortante, ma che non fa desistere le due coraggiose mamme dall'andare avanti. Se nel frattempo la legge italiana non avrà accolto l'invito della Corte Costituzionale, le mamme si rivolgeranno alla Corte Costituzionale stessa e poi alla Corte Europea. Cinzia e Monica hanno spiegato:

“Ci sono maggiori speranze di riuscire in questa ultima tappa, in quanto le sentenze che quel tribunale ha emesso finora, sono state conformi alle richieste, confermando che la cultura della società civile europea è molto più avanti rispetto a quella dell'Italia che abbiamo visto arrivare sempre dopo, non resta che sperare che si adegui al più presto alle conquiste della società civile e morale”.

Le due mamme non vogliono fermarsi, ma arrivare fino in fondo per vedere riconosciuti i diritti del loro bambino e quelli di tutti gli altri bambini figli di coppie omogenitoriali.

Le due mamme chiedono quindi il sostegno morale alle Associazioni della Provincia che si adoperano per il bene delle donne, ma confidano anche sulle molte espressioni di sensibilità e solidarietà che hanno ricevuto da amiche, amici, e persone sconosciute, in questi anni, per chiedere loro anche un contributo concreto. Monica e Cinzia hanno anche fatto sapere che se, tolte le spese legali, avanzeranno dei soldi dalla raccolta fondi, la rimanenza verrà donata in beneficenza.

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