Hashish nella pappa per calmare il bimbo, il padre chiederà un patteggiamento
È passato un anno e mezzo dalla morte per overdose di Nicolò, il bimbo di due anni di Longarone
Chiederà un rito alternativo Diego Feltrin, il 44enne di Longarone che, secondo la Procura di Belluno, uccise il figlio di 2 anni mischiando pappa e droga.
Hashish nella pappa per calmare il bimbo, il padre chiederà un patteggiamento
Non una volta, ma diverse volte, portando il bimbo a una morte per overdose avvenuta il 28 luglio 2022. L’uomo, difeso dall’avvocato Massimiliano Xaiz, è accusato di omicidio colposo, spaccio di droga a minorenne e morte come conseguenza di altro reato. Nell’udienza di ieri mattina, in Tribunale a Belluno, c’è stato un rinvio tecnico all’11 gennaio 2024.
La difesa ha già anticipato che, nella prossima udienza, sarà chiesto un rito alternativo. Un abbreviato o, se le condizioni lo permetteranno, addirittura un patteggiamento. Quel che è certo è che il piccolo è morto per “intossicazione acuta da sostanza ad azione psicotropa a seguito di indigestione di hashish”.
La droga si trovava in diversi luoghi della casa, accessibili appunto anche al bambino. Ma, cosa ancora più sconcertante, pare che il papà l’avesse utilizzata in più occasioni per calmarlo e tranquillizzarlo. In che modo? Mischiandola alla pappa che poi dava al figlio. Quindi, non ci sarebbe solo un problema di disponibilità della sostanza (il fatto, cioè, che il bimbo potesse trovarla e ingerirla) ma anche di somministrazione. È un punto, tuttavia, che andrà dimostrato in aula.
Il fatto risale a un anno e mezzo fa. In un primo momento si era pensato che il bimbo avesse ingerito qualche sostanza velenosa in un parco pubblico. Secondo la versione del padre, fornita in un primo momento, i due erano stati al parco sotto casa e il piccolo aveva ingerito una manciata di terra. Poi si era sentito male, faticava a stare in piedi, era sonnolente. Quindi la corsa in ospedale e poi la morte avvenuta in poche ore.
Pochi giorni dopo, però, i Carabinieri avevano perquisito la casa della famiglia, dove avevano rinvenuto alcune sostanze stupefacenti. E il dubbio che il piccolo Nicolò potesse averle ingerite si è fatto sempre più pressante finché non è arrivata la conferma dall’autopsia.