Le indagini

Il piccolo Nicolò non ha ingoiato un boccone avvelenato al parco

Gli inquirenti ipotizzano che il bimbo di due anni abbia ingerito qualcosa mentre si trovava a casa.

Il piccolo Nicolò non ha ingoiato un boccone avvelenato al parco
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Le prime indagini sembrano smentire la prima ipotesi tracciata dagli inquirenti sulla base di quanto riferito dal papà del bimbo di due anni morto...

Il piccolo Nicolò non ha ingoiato un boccone avvelenato al parco

Sembra che l'ipotesi di avvelenamento al parco a causa di un boccone ingoiato non regga. E' quanto emerge dopo una prima fase di indagini nella tragedia che ha travolto la famiglia Feltrin di Longarone. Per gli inquirenti, infatti, sarebbe più plausibile che il piccolo Nicolò avesse ingerito qualcosa mentre si trovava ancora in casa.

Oltre all'autopsia la procura ha anche richiesto che vengano estratti i campioni necessari per le analisi tossicologiche. Si esclude la presenza di droghe pesanti all'interno dell'appartamento dove il piccolo viveva con mamma e papà, ma serve un riscontro scientifico per eliminare anche l'ipotesi che abbia ingoiato una sostanza stupefacente leggera.

La tragedia

Il papà, 41 anni, boscaiolo, ha riferito di aver portato il figlio al parco dopo la colazione, il 28 luglio, nei pressi dell'abitazione a Codissago in via 2 giugno. Lì, secondo quanto riferito dal papà, il piccolo avrebbe messo in bocca qualcosa. Dopo pranzo il bimbo sarebbe andato a dormire come al solito, poi avrebbe accusato il malore. Il papà l'ha accompagnato al Pronto soccorso ma per lui non c'è stato nulla da fare. Il padre, formalmente, è indagato per omicidio colposo.

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