“Libertà per gli orsi del Trentino!”: anche a Belluno striscioni contro la detenzione di M49, M59 e DJ3
Nella serata di ieri, martedì, i manifesti sono apparsi in 16 città italiane tra cui Belluno.
Nella serata di ieri, 20 ottobre 2020, sono apparsi in 16 città italiane, striscioni recanti la scritta “libertà per gli orsi in Trentino! #stopCasteller”. La protesta, messa in atto da attivisti del Coordinamento Macachi Liberi è rivolta contro la detenzione dei tre orsi M49, M57 e DJ3 presso il centro di recupero faunistico Casteller di Trento.
“Libertà per gli orsi del Trentino!”
“Libertà per gli orsi in Trentino #stopcasteller”. Questo lo slogan impresso a caratteri cubitali sui manifesti affissi dagli animalisti in 16 città italiane, in occasione della tappa di oggi, mercoledì, del Giro d’Italia di Madonna di Campiglio, nota località sita nella provincia di Trento: Torino, Milano, Lodi, Tortona, Saronno provinciale (Saronno/ Castellanza), confine tra Veneto e Trentino, Altopiano dei sette comuni (VI), Vicenza (zona fiera), Voghera, Belluno, Verona (Arena), Affi (Verona-supermercato Orvea, catena del Trentino), Pavia, Roma, Foligno e Rimini.
La protesta del Coordinamento Macachi Liberi
Non si ferma infatti la protesta del Coordinamento Macachi Liberi verso la detenzione dei tre orsi M49, M57 e DJ3 presso il centro di recupero faunistico Casteller di Trento. La struttura, già al centro di indagini per un’ipotesi di maltrattamento ai danni dei tre plantigradi, a seguito di una relazione stilata dai carabinieri del cites dopo il sopralluogo del 14 settembre, è ormai da mesi al centro dell’attenzione di varie associazioni animaliste, seriamente preoccupate per lo stato di salute degli orsi.
I tre mammiferi, catturati e sterilizzati, attuano una serie di comportamenti fortemente stereotipati, che spesso sfociano in condotte autolesive, indici di un livello di stress molto elevato, manifestano irrequietezza, nervosismo e hanno smesso di alimentarsi. Gli orsi non costituiscono, di fatto un elemento di rischio né per le comunità umane, né per la fauna locale, pertanto non si riscontrano motivi validi per protrarre la loro condizione di prigionia, condizione che sta seriamente minando la loro stessa sopravvivenza.
Restituire la libertà a M49, M59 e DJ3
Non solo uno slogan animalista quindi, ma una sentita richiesta affinché le istituzioni e gli organi preposti alla salvaguardia del benessere animale, intervengano il prima possibile per restituire la libertà ai tre plantigradi ed attuare politiche di convivenza tra l’essere umano e la fauna selvatica più rispettose ed etiche, tenendo ben presente che, in fondo, gli ospiti di boschi e montagne, non sono di certo gli orsi.