L'attacco

Pecore sbranate dal lupo a Chies d’Alpago, a pochi passi dalle abitazioni

La disperazione dell’allevatore: “Il gregge era all’interno di un recinto antilupo, realizzato secondo le linee guida stabilite dalla Regione. Cos’altro dobbiamo fare?”

Pecore sbranate dal lupo a Chies d’Alpago, a pochi passi dalle abitazioni
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Ennesimo attacco del lupo ai danni di un gregge di pecore a Chies d‘Alpago.

Pecore sbranate dal lupo a Chies d’Alpago, a pochi passi dalle abitazioni

È accaduto nella notte tra sabato 1 e domenica 2 luglio. Quattro quelle morte immediatamente, a causa delle ferite riportate. Due, invece, ritrovate agonizzanti, sono state soppresse dal veterinario a causa dei gravi traumi riportati.

L’aggressione è avvenuta in via Tarcogna, a Lamosano, su un pascolo (lato strada) molto vicino al centro della frazione. Adriano Pedol, titolare dell’omonima azienda agricola di San Martino d’Alpago, era rimasto a sorvegliare il suo gregge fino all’1.30 di domenica mattina. Dato che a quell’ora la situazione era tranquilla, ha deciso di rincasare per riposarsi. Ieri mattina, al suo rientro, la tragica scoperta.

Il gregge si trovava all’interno di un recinto antilupo, realizzato secondo le linee guida stabilite dalla Regione Veneto – commenta lo stesso Pedol – Davvero non so più in che modo proteggere le mie pecore da queste continue predazioni. Quali le azioni concrete che le Istituzioni competenti stanno portando avanti al fine di fermare le aggressioni?”.

È più di un mese, inoltre, che Pedol fa da guardiano ai suoi animali, proprio per scongiurare questi attacchi. Stavolta, però, non è bastato.

“I grandi predatori vanno educati a rimanere distanti dai centri abitati e dalle greggi – sottolinea il presidente di Cia Belluno, Rio Levis – Auspichiamo che nel bellunese si arrivi presto ad un piano di contenimento del lupo. Nel frattempo, la Provincia dia la possibilità agli allevatori e ai pastori di intervenire subito in caso di attacchi attraverso metodi dissuasivi, previa frequentazione di specifici corsi di formazione e autorizzazioni ad hoc”.

Cia Belluno chiede che vengano adottate misure adeguate.

“La questione del lupo, e più in generale dei grandi predatori, sta diventando un’emergenza anche in termini di pubblica sicurezza. L’attacco al gregge di Adriano Pedol è avvenuto lungo la via di un paese, a pochi passi dalle abitazioni”.

Infine, Cia sostiene con forza la modifica della legge 157 del 1992 denominata Norme per la protezione della fauna selvatica.

“Si tratta di una normativa superata – spiega il presidente - Nell’attuale contesto serve andare al di là del principio della protezione per giungere a quello di una corretta gestione della fauna selvatica. Pare ci sia un’apertura da parte del Governo continueremo a tenere alta l’attenzione sulla tematica in tutte le sedi opportune”.

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