Primario positivo al Covid non rispetta l'isolamento e infetta i pazienti: accusato di epidemia colposa
Questa l'accusa rivolta al medico che, a marzo, era rientrato subito in corsia all'ospedale San Martino di Belluno senza mettersi in isolamento dopo un viaggio in Thailandia.
Accusato di epidemia colposa un primario dell'ospedale San Martino di Belluno.
Il ritorno dal viaggio in Thailandia
Non avrebbe rispettato l'isolamento fiduciario al rientro da un viaggio in Thailandia, tornando subito al lavoro. Peccato che, in tempi di pandemia dilagante e con una potenziale situazione di rischio data dalla trasferta appena effettuata, il suo impiego fosse nientemeno che primario all'ospedale San Martino di Belluno. Un comportamento che, data la sua positività (sintomatica) al Coronavirus emersa pochi giorni dopo, ha esposto colleghi e pazienti a un grave pericolo.
Il focolaio al San Martino
E infatti l'accusa nei confronti del medico Roberto Bianchini, 61 anni, è proprio quella di aver infettato una cinquantina di pazienti. Il tutto avviene a marzo scorso, quando l'allarme per il Covid-19 stava dilagando anche in Italia e il Governo adottava le prime misure di contenimento. Il primario torna dal suddetto viaggio e, senza rispettare alcuna forma di isolamento, rientra subito in corsia e visita diversi pazienti. Sta bene, non ha sintomi. Almeno per qualche giorno dal suo ritorno: poi i sintomi arrivano eccome, così come il tampone che dà il temuto esito: positivo al Covid-19. Da lì finiscono in isolamento circa 70 persone e almeno un centinaio di operatori sanitari che lavorano in ospedale vengono sottoposti anch'essi a tampone.
Epidemia colposa aggravata
Sarebbe stato proprio lui, con il suo comportamento irresponsabile, a provocare il focolaio scoppiato nell'ospedale del capoluogo dolomitico. Almeno questa l'accusa degli inquirenti che hanno indagato altri 4 colleghi, sospettati di averne coperto la discutibile condotta. Il reato contestato al primario è di epidemia colposa aggravata.