Reddito di cittadinanza, la "piaga" dell'imbroglio anche a Belluno e provincia
Denunciati 35 soggetti nel 2021: autocertificazioni "tarocche", strane dimenticanze e il residente dell'Alto Cadore pieno di immobili in Toscana.
Indebita percezione del reddito di cittadinanza, 35 soggetti denunciati in provincia di Belluno.
Reddito di cittadinanza, la "piaga" dell'imbroglio anche a Belluno e provincia
Prosegue l’incessante azione delle Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Belluno nel comparto della spesa pubblica mirata alla verifica, in capo ai soggetti beneficiari, delle condizioni legittimanti la fruizione del c.d. “Reddito di Cittadinanza”. Nel corso del 2021, sono stati segnalati alla locale Autorità Giudiziaria 35 soggetti residenti in provincia risultati indebiti percettori dello specifico contributo, recuperando nelle casse dello Stato oltre 100 mila euro.
Tale misura di welfare spetta in presenza di determinati requisiti, autocertificati dal richiedente e rivolti a dimostrare non solo la propria condizione di difficoltà economico-reddituale, ma anche quella dei componenti il nucleo familiare di appartenenza: il diritto a tale provvidenza subisce quindi una contrazione al verificarsi di eventi che non ne legittimano più la concessione in relazione a sopravvenute circostanze.
Più nel dettaglio, grazie alla consolidata e collaudata collaborazione con la Direzione Provinciale I.N.P.S. di Belluno, i Finanzieri hanno posto al vaglio tutte le richieste presentate in provincia mediante una verifica analitica delle informazioni contenute all’interno della domanda di accesso alla specifica misura di sostegno e della correlata Dichiarazione Sostitutiva Unica, al fine di vagliare compiutamente la legittimità dei requisiti richiesti dalla normativa vigente.
La serrata procedura di screening ha così consentito l’individuazione sul territorio provinciale di 35 posizioni per le quali erano state fornite autodichiarazioni non veritiere, in relazione sia all’effettiva condizione di difficoltà reddituale e lavorativa che al requisito della residenza nel territorio nazionale da almeno 10 anni, in riferimento ai diversi soggetti di nazionalità straniera.
La casistica
Tra i casi più curiosi ed eclatanti scovati dai Finanzieri si possono annoverare cittadini che hanno “dimenticato” di dichiarare il termine dello stato di disoccupazione, peraltro scaduto da anni, e l’inizio di nuovi rapporti lavorativi retribuiti, oppure l’indicazione di nuclei familiari largamente più numerosi al solo fine di accedere alle fasce di contributo più elevate e vantaggiose, nonché dichiarazioni mendaci rispetto all’effettività della convivenza familiare mentre il coniuge era risultato addirittura risiedere all’estero.
Non da ultimi, l’abitante dell’alto Cadore che “scordava” di indicare le diverse proprietà immobiliari possedute sulle colline toscane ai fini dell’accesso al contributo e la cittadina straniera che, sebbene ospite a carico dello Stato di una struttura di accoglienza in attesa delle procedure relative all’ottenimento di asilo politico, pur conoscendo a malapena la lingua italiana, procedeva autonomamente alla compilazione ed all’inoltro on-line della domanda, inserendo dichiarazioni non veritiere ed attestando la propria residenza sul territorio nazionale.
I nominativi sono stati così deferiti alla locale Autorità Giudiziaria per indebita percezione del “Reddito di Cittadinanza”, in violazione dell’art. 7, 1° e 2° comma del Decreto Legge 28 gennaio 2019 n. 4, nonché segnalati contestualmente all’I.N.P.S. ai fini dell’immediata revoca del beneficio e del recupero di quanto già erogato, pari ad oltre 100 mila euro.
Stop all'indebita percezione
Parallelamente, le attività di monitoraggio preventivo poste in essere sull’intera platea dei richiedenti hanno altresì permesso l’interruzione delle procedure di assegnazione del contributo per un totale complessivo pari a quasi 40 mila euro.
In questo ultimo periodo, caratterizzato da una diffusa richiesta di sovvenzioni pubbliche necessarie per sopperire alle situazioni di difficoltà economiche connesse all’emergenza epidemiologica tuttora in corso, l’attività di controllo operata dalle Fiamme Gialle bellunesi - ed attuata in stretta sinergia con la Direzione Provinciale I.N.P.S. di Belluno - nel comparto delle pubbliche provvidenze è ancor più rivolta alla puntuale verifica che le stesse siano erogate a favore dei soggetti realmente ricadenti nelle condizioni di sofferenza e difficoltà economica, a contrasto di quelle condotte illecite che ne pregiudicano i principi di legalità e correttezza, a svantaggio delle fasce di cittadinanza più deboli e bisognose.