Nella giornata di venerdì 10 ottobre 2025, gli agenti della sezione antidroga della Polizia di Stato di Belluno hanno portato a termine un’operazione che ha condotto all’arresto di un cittadino bellunese per detenzione, coltivazione e vendita, in violazione dell’articolo 73 del DPR 309/90 e del nuovo decreto sicurezza 48/2025, che introduce restrizioni sul commercio delle infiorescenze di canapa.
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L’imprenditore, classe 1990, gestisce un’azienda agricola specializzata nella produzione di infiorescenze di cannabis e un negozio dedicato alla loro vendita a Longarone. Le indagini hanno portato gli agenti a monitorare la sua attività.
Durante il controllo, la Polizia ha trovato una piantagione di circa 2.000 metri quadrati con 360 piante di canapa sativa, alte quasi due metri. All’interno dei locali sono stati inoltre trovati 46 chili di infiorescenze in fase di essiccazione e materiale utilizzato per la lavorazione e separazione della sostanza.
L’intera area e i locali dell’attività sono stati posti sotto sequestro, mentre il titolare è stato posto ai domiciliari in attesa della convalida del provvedimento da parte dell’autorità giudiziaria.
“Non era cannabis con THC”
“Il punto è che la coltivazione di Longarone era del tutto legale, si trattava di cannabis senza THC, quindi senza principio attivo – ha commentato il bassanese Roberto D’Aponte di Spazio Canapa, che segue con attenzione tutte le evoluzioni de settore – Tra l’altro all’imprenditore arrestato, dopo quattro ore è stato subito revocato il provvedimento”.
Quindi non una piantagione “segreta” di marijuana da spacciare come tante scoperte dalle Forze dell’ordine su e giù per la penisola, ma canapa industriale e un’attività come tante altre in Italia in bilico rispetto a una legislazione controversa.
“Per il dissequestro della merce ci vorrà qualche tempo ancora – ha aggiunto D’Aponte – Ma questo è solo uno dei quasi 400 casi giudiziari aperti in questo momento. Il punto è che quando viene dimostrata l’assenza di efficacia drogante, ogni attività riprende, nonostante il Decreto Sicurezza. Tanto rumore per nulla, insomma”.