Sfregio all'Italia nel giorno della Festa della Repubblica: gli schuetzen “spostano a sud" il confine
Manifesti affissi su 25 passi e strade per ridisegnare i confini tra Italia e Austria.
Cartelli posizionati su 25 passi e strade dell’Alto Adige e del Veneto per ridisegnare il confine, spostandolo a Sud.
Gli schuetzen ridisegnano il confine: sfregio all'Italia per il 2 giugno
Ci sono anche Cortina, Colle e Livinallongo tra i territori "annessi" all'Austria dagli schuetzen. Già perché, in occasione della festa nazionale del 2 giugno, il gruppo folkloristico alto atesino ha pensato bene di inscenare una provocazione "spostando a Sud", virtualmente il confine austriaco. Su 25 passi e strade alpine sono spuntati dei manifesti con su scritto “Verrückt nach Süden", pazzi per il meridione, che ironicamente segnano la nuova linea di confine tra Italia e l'Austria.
La replica del coordinatore di Fratelli d'Italia De Carlo
"Se vogliono, traslochino loro, ma non credo che in Austria li accoglieranno a braccia aperte”, è la replica piccata del coordinatore veneto di Fratelli d’Italia, Luca De Carlo.
“Vendano i loro cappelli piumati, rinuncino a tutti i benefici che possono permettersi con i soldi degli italiani e se ne tornino in Austria: abbiamo già difeso i confini e siamo pronti a farlo di nuovo, anche oggi. Non si toccano i sacri confini della patria; hanno perso la guerra e queste sono le nuove regole: se non gli sta bene, possono andarsene quando vogliono, senza rimpianti da parte nostra, ma di là non troveranno gente pronta a regalargli soldi e potere come accade da troppi anni in Italia”.
“Sono patetici: hanno insultato la memoria degli italiani morti per Coronavirus, rovinato l’immagine mondiale delle Dolomiti con le scritte Los von Rom e continuano a denigrare la patria che permette loro di amministrare il territorio come uno stato indipendente. Direi che ne abbiamo avuto abbastanza: quella è la porta, possono andarsene quando vogliono, nessuno di noi sentirà la mancanza di gente che non ha rispetto né per la propria patria né per i propri connazionali. Perché, vorrei ricordarglielo, nonostante le loro sceneggiate sono italiani; per essere austriaci, basta che se ne vadano al di là del Brennero. Saremo felici se non saranno più una nostra preoccupazione: se più di 100 anni non sono bastati per integrarsi, vuol dire che il problema è loro”.