Si unisce all'Isis, porta il figlio in Siria ma il bimbo muore sotto le bombe
L'imbianchino bosniaco aveva strappato il figlio alla donna bellunese con l'inganno dopo aver abbracciato la causa jihadista...
La guerra, per Lidia, era un affare lontano. Lontanissimo, praticamente invisibile. O almeno, questo fino al 2013, quando il marito, il bosniaco Ismar Mesinovic, imbianchino, decide di partire per la Siria dopo aver abbracciato la causa jihadista.
Si unisce all'Isis, porta il figlio in Siria ma il bimbo muore sotto le bombe
Era deciso a combattere con l'Isis il 36enne e di partire per la Siria. Ma ciò che la donna non avrebbe mai immaginato è che l'uomo non sarebbe partito da solo. Il 36enne, infatti, l'ha ingannata e le ha strappato il figlio dicendole che sarebbe andato a far visita ai parenti nei Balcani. Ma era una menzogna. In realtà il miliziano era partito per la Siria insieme al figlioletto Ismail. E poche settimane dopo essere arrivato lì, è morto in battaglia.
Il bimbo di appena due anni, allora, secondo quanto rivela l'agenzia di intelligence bosniaca, era stato affidato a un altro combattente. Ma anche lui sarebbe morto sotto le bombe durante un assedio. E a quel punto il figlio sarebbe finito tra le braccia di un altro miliziano serbo: il 19 dicembre del 2018, però, era arrivata la notizia della morte della moglie del jihadista, deceduta insieme a tre figli e uno adottivo. E nel 2020 è arrivata, purtroppo, la conferma: il bimbo era Ismail, il figlio della bellunese.