Accordo storico su Ideal Standard
Incentivi per 15 milioni di euro, ampi ammortizzatori sociali e vantaggi per esodi volontari
La parti sociali non hanno dubbi: quello chiuso due sere fa tra l'azienda, i sindacati, la Regione e il ministero dello Sviluppo economico è un accordo storico. Un po' nel solco di quanto chiesto, nell'udienza generale in Vaticano, da Papa Francesco. E questo perché realizzerebbe le più ampie condizioni, secondo quanto si apprende, con incentivi da 15 milioni di euro a vantaggio degli eventuali investitori che si faranno avanti per reindustrializzare il sito di Borgo Valbelluna.
Accordo storico su Ideal Standard
Sarà consentito così il paracadute degli ammortizzatori sociali, incentivi all'esodo volontario. In aggiunta, poi, secondo alcune indiscrezioni, non mancherebbero manifestazione di interesse. Ma la "partita" resta ancora delicata e complessa: in gioco, infatti, c'è il futuro di 441 addetti. Ma al momento c'è ottimismo. A manifestarlo anche l'assessore regionale al Lavoro, Elena Donazzan, che si è detta fiera dei sindacati e orgogliosa di un così forte attaccamento alle proprie imprese.
"Serve una norma nazionale"
Ora, per Donazzan, è il momento di scrivere una norma nazionale, che fissi i paletti per regolare l'uscita delle multinazionali dall'Italia. Soddisfatto anche il ministro per i rapporti con il Parlamento, Federico D'Incà, originario di Borgo Valbelluna. Ma cosa si definisce nell'accordo? Prima di tutto la disponibilità dell'azienda che ha sede in Belgio, a cedere il sito, invece che chiuderlo. Il passaggio al successore Ceramica Dolomite è garantito a condizioni di favore, come riporta il Corriere.
Cosa prevede l'accordo
E la proprietà consentirà anche il ricorso all'ammortizzatore sociale per la cessazione dell'attività per tutti i lavoratori per un anno, incaricandosi di sostenere i costi (in base alla propria quota) per tutti i dipendenti. La proprietà, inoltre, ingaggerà una società di consulenza per la ricerca e per la valutazione di proposte di continuità produttiva o direttamente di reindustrializzazione. Verrà poi istituito un tavolo di confronto tra Mise, ministero del Lavoro, Regione e sindacati. L'eventuale acquirente potrà, produrre in regime di subfornitura un volume di prodotti a partire dai 150mila pezzi annui per un lasso di tempo non inferiore ai due anni, a prezzo di mercato: nello specifico quindi 25mila piatti doccia, 70mila vasi e bidet e 55mila lavabi a marchio Ideal Standard. Una continuità produttiva che sarà mantenuta fino al 28 febbraio 2022.
Acc ferma la produzione
Diversa, invece, per ora, la situazione di Acc: oggi, venerdì 19 novembre, è l'ultimo giorno di produzione per la fabbrica di compressori per frigoriferi, in amministrazione straordinaria che occupa circa 300 lavoratori. Entro sabato, infatti, dovrebbe essere comunicato il nome di una possibile azienda acquirente, ma sembra che questa sia davvero una missione impossibile...
Una prima gara pubblica, infatti, era andata deserta, e poi, le parti hanno più volte segnalato quella che a loro avviso si configura come una mancanza di sostegno da parte di alcune istituzioni. La "partita", dunque, si risolverà lunedì con un vertice al Mise tra i diversi portatori di interesse, ma non si esclude una totale disfatta per i lavoratori. Sembra ormai evidente, infatti, la rottura da le parti, con i sindacati, il Commissario, e la Regione schierati da un lato, e il Mise dall'altra.
Per i primi tre il termine di sabato non vale: e vorranno far di tutto per chiedere il rispetto della data del 16 marzo 2021, fino alla fine del mandato dell'amministrazione straordinaria. Un'opzione potrebbe essere quella di tradurre l'attuale status in fallimento. E quindi, ancora una volta, si tornerebbe a parlare della sorte dei dipendenti. In alternativa il Mise potrebbe concedere una proroga per la gara.