Belluno senza cuochi e camerieri: la carenza è del 65%
Alcune figure rimangono introvabili, ma sono previste migliaia di assunzioni nei prossimi mesi
Solo le previsioni sono buone perché in provincia di Belluno, al momento, la scopertura di alcune figure professionali è alta.
Belluno senza cuochi e camerieri: la carenza è del 65%
In Veneto - secondo l’ultimo numero della “Bussola” pubblicato da Veneto Lavoro (dicembre 2022) - nei primi undici mesi del 2022 il saldo tra assunzioni e cessazioni si conferma un po’ inferiore se paragonato al 2021 ma migliore rispetto al 2019: tra gennaio e novembre si contano +42.400 posizioni di lavoro, erano +38.900 prima della pandemia. Il numero delle assunzioni supera quello degli anni precedenti; i 582.200 contratti stipulati negli undici mesi superano del +15% quelli dell’anno prima.
In provincia di Belluno, territorio a forte vocazione turistica, i saldi occupazionali calcolati in questo periodo dell’anno fanno poco testo, perché scontano due fattori: la chiusura della stagione estiva e la non ancora ripartita stagione invernale; l’assenza di un termine di paragone solido, considerato come la pandemia ha perturbato l’andamento del turismo negli ultimi due anni.
“È preferibile guardare alle assunzioni reali – spiega il presidente della Camera di Commercio di Treviso – Belluno Dolomiti Mario Pozza Pozza – che nei primi 11 mesi del 2022 sono state 21.300, nettamente superiori sia all’anno precedente, sia alla situazione pre-pandemica. Una ripartenza del mercato del lavoro bellunese che proseguirà anche nei prossimi mesi: in dicembre sono previste circa 3.300 entrate (+300 rispetto alle indicazioni a suo tempo raccolte per il dicembre 2021); mentre nel trimestre dic22-feb23 sono previste quasi 7.000 entrate, con uno scarto irrilevante (-90) rispetto alle previsioni di un anno fa, che tuttavia sembra celare un trend divergente della domanda di lavoro fra industria e servizi”.
La ripartenza della domanda di lavoro a Belluno è sostenuta, come facile attendersi, dall’industria del turismo: questo settore, infatti, polarizza oltre la metà delle entrate previste per il mese di dicembre, in prevalenza cuochi e camerieri, ma anche addetti all’accoglienza della clientela.
Per cuochi e camerieri la difficoltà di reperimento supera il 65% delle richieste, a causa in particolare della mancanza di candidati. Un tema annoso, che – in particolare dopo la pandemia – sembra correlato alla programmazione delle imprese, a con quanto anticipo definiscono i piani di assunzione: cosa non facile visto il periodo, con costi energetici che dissuadono dall’immaginare aperture prolungate degli esercizi, al di fuori dei picchi stagionali.
Nelle previsioni di assunzione che guardano fino a febbraio 2023, ricopre un peso significativo anche l’industria meccanica, che polarizza quasi il 20% delle entrate previste nel periodo considerato.
“Restano irrisolti i nodi legati alla difficoltà di reperimento di certe figure – conclude Pozza - su cui il nostro Ente camerale sta facendo il possibile per mitigarla: ad esempio favorendo l’inserimento occupazionale di giovani neo-diplomati o neo-laureati nelle nostre imprese, co-finanziando il tirocinio; oppure mettendo a disposizione delle borse di studio per frequentare i percorsi ITS attivati nelle nostre province, che sfornano i tecnici di cui le nostre imprese hanno bisogno. I dati di Veneto Lavoro ci permettono di integrare le previsioni Excelsior con gli andamenti reali del mercato del lavoro e continuano ad evidenziare come si stia ampliando il bacino occupazionale dei tempi indeterminati (+37.200 a livello regionale tra gennaio e novembre 2022) attraverso la stabilizzazione di personale in apprendistato o a tempo determinato. Una risposta importante delle nostre imprese, che in questi tempi complessi non si fanno sfuggire risorse, una volta saggiate le loro competenze”.