Economia bellunese: perse oltre 200 imprese nei primi 6 mesi del 2023
Bene solo l’export provinciale e il settore turistico dove Belluno è una delle sole tre province venete a far registrare un andamento positivo nel periodo gennaio-aprile
Lo scenario pre-pandemia è ancora lontano, ma negli ultimi quattro mesi l'economia bellunese ha fatto segnare una lieve risalita.
Economia bellunese: perse oltre 200 imprese nei primi 6 mesi del 2023
A dirlo sono i dati diffusi dall'’Osservatorio Economia e Territorio di CNA Veneto, che mettono a confronto i dati di oggi con quelli del 2019, andando così ad aggiornare il quadro dipinto dallo stesso Osservatorio in primavera.
Rispetto al periodo pre-pandemia, l'intero territorio regionale – ad eccezione di un leggero segno positivo nel Trevigiano – fa segnare un calo nel numero di imprese artigiane: -3557 in Veneto, -2,8% la media regionale. In provincia di Belluno sono 4617, -152 rispetto all'anno scorso, -3,2% in percentuale; un dato negativo, che se però viene confrontato con quello diffuso a maggio (4595 imprese artigiane attive, -174 unità rispetto al 2019 pari al -3,6%) mostra come negli ultimi quattro mesi ci sia stata una leggera inversione di tendenza con l'apertura di 22 nuove imprese artigiane.
Come detto, ad eccezione di Treviso, tutte le province venete fanno segnare indici negativi, dal -0,3% di Venezia al -10,2% di Rovigo. Anche guardando al numero generale delle imprese, Treviso fa segnare l'unico segno positivo in Veneto; Belluno fa peggio della media regionale (che è dell'1%, ma il capoluogo dolomitico è in linea con altre realtà come Padova, Venezia e Vicenza). A fine giugno 2023, le imprese attive in provincia risultavano 13.730, -212 (-1,5%); anche in questo caso, però, analizzando i dati di aprile (13671, -271) si nota una leggera ripresa con l'apertura di 59 nuove imprese.
Crescono invece ancora i dati relativi all’export provinciale: +34% rispetto allo stesso periodo del 2019, per un totale di merci movimentate pari a 1,4 miliardi di euro con una crescita - rispetto a quattro anni fa - di 357 milioni di euro. In questo caso, Belluno si posiziona poco sopra la media regionale (+33%); leader della classifica è Venezia con +51%, fanalino di coda Treviso con +24%; in totale, l'export veneto ha già sfondato quota 21 miliardi, + 5,2 miliardi rispetto al 2019.
Decisamente positivi per ora anche i dati che arrivano sul fronte delle presenze turistiche: Belluno è una delle sole tre province venete a far registrare un andamento positivo nel periodo gennaio-aprile; poco meno di 1,2 milioni di presenze, quasi 26mila in più rispetto agli stessi mesi del 2019. Numeri che valgono un +2,2%, alle spalle di Vicenza (+3,8%) e Verona (+4,6%); la media regionale è in rosso, -1,2%, sulla quale pesano i crolli di Rovigo (-9,3%) e Treviso (-15,5%).
“Sono dati e tendenze che infondono un certo ottimismo - commenta il presidente di Appia CNA Belluno, Massimo Sposato – ma non bisogna certo abbassare la guardia. Serve ad esempio monitorare l'andamento delle sedi di unità locali rispetto alle sedi di impresa; questo è un indicatore che potrebbe portare il nostro territorio ad essere ancora più periferico rispetto ai grandi hub urbani. È dunque uno scenario che va attenzionato, non solo da parte delle associazioni di categoria, per realizzare progetti di area vasta che si rivelino realmente utili al mondo delle imprese bellunesi e all'intero territorio provinciale e che abbiano come primo obbiettivo il contrasto a quella grande emergenza territoriale che è lo spopolamento montano”.