Bollino nero scongiurato

Vino "cancerogeno", la scritta in etichetta non ci sarà: "Basta demonizzare il prodotto"

Il Parlamento europeo respinge l’obbligo di inserire improprie avvertenze nelle etichette dei vini.

Vino "cancerogeno", la scritta in etichetta non ci sarà: "Basta demonizzare il prodotto"
Pubblicato:
Aggiornato:

Respinto al Parlamento Europeo l’obbligo di inserire sull'etichetta dei vini italiani l'avvertenza "cancerogeno" a proposito del rischio potenziale derivante dall'abuso di alcol.

Vino "cancerogeno", scongiurato bollino nero in etichetta

“Oggi è stato scongiurato un sistema di etichettatura allarmistica e ingannevole, che avrebbe messo in forte difficoltà l’intera industria vinicola italiana. Mi auguro che, con questo voto della plenaria di Strasburgo, si metta una volta per tutte la parola fine al tentativo di demonizzare un prodotto. Promuoviamo un consumo responsabile, non un bollino nero per dimostrare che abbiamo a cuore la salute dei consumatori”.

Questo il commento dell’assessore regionale veneto all’Agricoltura, Federico Caner, dopo il via libera del Parlamento europeo agli emendamenti e al voto sul Piano di azione anti-cancro che respinge l’obbligo di inserire improprie avvertenze nelle etichette dei vini.

Il settore vinicolo italiano tira un sospiro di sollievo

“Gli emendamenti apportati oggi dal Parlamento europeo rendono più equilibrato un documento, quello sul Cancer plan, che il mondo del vino ritiene fondamentale per arginare la malattia del secolo. Ringraziamo i deputati italiani per l’attenzione prestata, per la capacità di ascolto e di sintesi, nonché per il lavoro di squadra a prescindere dagli schieramenti, dimostrati anche con emendamenti ‘chirurgici’ che di fatto rendono parziale giustizia al buon senso, al mondo del vino e ai suoi consumatori moderati”.

È il commento del segretario generale di Unione italiana vini (Uiv), Paolo Castelletti, in merito al voto, rilasciato questa mattina a Strasburgo, sugli emendamenti relativi al piano anticancro del Parlamento europeo, che attende oggi l’esito sul documento finale.

Per il vicepresidente di Unione italiana vini e presidente dell’Associazione europea Wine in moderation, Sandro Sartor:

“Il voto del Parlamento europeo sarà da incentivo per un settore che vuole sempre più promuovere la moderazione nei consumi. Con gli emendamenti De Castro/Dorfmann si è riusciti a scongiurare il più possibile un attacco al mondo del vino che purtroppo non si esaurisce qui. Servirà tenere ancora alta la guardia per affermare il concetto di moderazione che è proprio del vino, a partire dai piani dell’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) - al voto a maggio - che prevedono anche avvisi in etichetta, fino al Nutriscore, che minaccia di essere proposto entro l’anno”.

Gli emendamenti chiave ammessi al testo, osserva Uiv, riguardano l’introduzione del concetto di "consumo dannoso" (harmful consumption) in due passaggi importanti del report, nonché l’eliminazione degli health warnings che saranno sostituiti con il concetto di "moderate and responsible drinking information". Più sfumato l’emendamento relativo al miglioramento del concetto di "no safe level" ora "the safest level of consumption is none/ non esiste un livello di consumo totalmente sicuro", mentre sul fronte sponsorship, la limitazione/divieto di sponsorizzazione degli eventi sportivi per le bevande alcoliche è adottato solo per quegli eventi sportivi il cui pubblico è costituito in prevalenza da minori. Rimangono nel testo “indicazioni” importanti, che secondo Uiv rappresentano un grave pericolo per la crescita commerciale del settore in chiave export, come l’aumento della tassazione e la revisione della politica di promozione.

Per l’Italia, conclude Uiv, il vino è cultura ed economia, ma soprattutto rappresenta uno dei simboli della Dieta mediterranea e dell’Italian style riconosciuto in tutto il Pianeta. Il paradosso dato dai nuovi dogmi alimentari si scontra con i dati dell’Organizzazione mondiale della Sanità sull’aspettativa di vita: in Europa, secondo l’Oms, Svizzera, Spagna, Italia e Francia – tra i principali consumatori di vino – sono nella top 5 europea per longevità, con il Belpaese che negli ultimi 50 anni ha diminuito i consumi di vino del 70%, imboccando da tempo la strada della qualità e della moderazione.

“Siamo soddisfatti perché abbiamo vinto una battaglia importantissima contro l’assurda proposta europea di etichettare il vino come cancerogeno che avrebbe messo in ginocchio migliaia di aziende vitivinicole italiane, ma non abbiamo ancora vinto la guerra. In queste settimane, infatti, dovremo affrontare altri folli attacchi da parte della UE contro il vino Made in Italy: in primis la partita sul Prosecco - Prosek tra Italia e Croazia e quella sul Nutriscore, con qualche burocrate europeo che vorrebbe etichettare i nostri vini con il bollino nero. Per questo sarà fondamentale tenere alta la guardia e fare squadra come sistema Italia, al di là degli schieramenti politici: c’è in gioco il futuro del settore agroalimentare italiano e milioni di posti di lavoro”.

Lo dichiara l’europarlamentare della Lega Mara Bizzotto, membro della Commissione Agricoltura, dopo il voto del Parlamento Europeo sugli emendamenti al Cancer Plan.

“Vittoria. Tolti i riferimenti al cancro dalle etichette del vino, che avrebbero danneggiato sport, economie e consumatori. Finalmente, anche in Europa, si sono resi conto che c’è differenza tra l’abuso ed il consumo moderato di vino e birra. Equiparare il vino alle sigarette o insinuare, tramite un sistema di etichettatura manipolatorio, che quest’ultimo potesse essere catalogato quale prodotto dannoso per la salute era una follia, soprattutto nei confronti del nostro Made in Italy.  Bene che gli euroburocrati di turno l’abbiano compreso.”

Ad affermarlo è l’eurodeputato della Lega, il pavese Angelo Ciocca, in riferimento al piano anticancro votato nella giornata di ieri dall’Europarlamento, a Strasburgo.

“Ero stato l’unico inizialmente a votare contro il testo in Commissione BECA al Parlamento europeo. Felice che anche altri si siano finalmente allineati. Meglio tardi che mai”, ha concluso.

Eccellenza italiana: le reazioni dal Veneto

“E’ una scelta di buonsenso – continua l’Assessore regionale veneto all’Agricoltura, Federico Caner - che ha accolto le istanze del mondo della politica e delle istituzioni che vivono nel mondo reale e che sono ben consapevoli del fatto che esiste una differenza enorme tra uso e abuso di alcol”.

Della qualità del vino veneto parlano anche i numeri legati al valore del prodotto DOP e IGP imbottigliato che è di 3,5 milioni di euro, vale a dire il 37,9 per cento del totale italiano. Inoltre su un totale di 89 prodotti tipici 53 (43 dop e 10 igt) riguardano proprio il vino.

“Sono proprio i numeri a dire che il vino rappresenta un’eccellenza italiana e veneta: un settore che continua a crescere anche nelle esportazioni – ricorda Caner -. Secondo gli ultimi dati disponibili in Veneto, nei primi nove mesi del 2021, questo valore è arrivato a quasi 1,8 miliardi di euro, ossia oltre 140 milioni in più rispetto allo stesso periodo del 2019. Percentuale che rappresenta il 34,8 per cento delle esportazioni nazionali”.

L’assessore guarda poi alla giornata di domani, giovedì 17 febbraio 2022, quando la Commissione europea discuterà in seduta plenaria al Parlamento europeo la questione del riconoscimento del Prosek croato:

“Anche in questo caso mi auguro che a prevalere, come dovrebbe essere ovvio, sarà la lotta al fenomeno dell’italian sounding. E’ chiaro a tutti come aprire al Prosek significherebbe creare un precedente pericoloso in contrasto con tutta una serie di azioni messe in campo da Istituzioni e produttori per difendere i propri prodotti tipici, italiani e veneti”.

Soddisfatta anche Coldiretti:

“Il Parlamento Europeo salva il vino italiano e di conseguenza veronese. Un patrimonio che ha quasi diecimila anni di storia le cui prime tracce nel mondo sono state individuate nel Caucaso mentre in Italia si hanno riscontri in Sicilia già a partire dal 4100 a.c.”

È quanto afferma il presidente di Coldiretti Verona Alex Vantini che grazie al lavoro di squadra dei parlamentari italiani è stato difeso un settore che a livello nazionale vale 12 miliardi di fatturato dei quali 7,1 miliardi di export e offre direttamente o indirettamente occupazione a 1,3 milioni di persone secondo l’analisi della Coldiretti.

“Un settore strategico – aggiunge Vantini - anche per la provincia veronese leader per produzione ed esportazioni e inserita ai vertici nazionali del Rapporto Ismea-Qualivita 2021 diffuso pochi giorni fa sull’impatto territoriale delle filiere DOP. Verona si colloca al terzo posto fra le prime 20 province per valore registrando un impatto territoriale che supera il miliardo di euro (1,2 mld)”.

“E’ stato respinto il tentativo di demonizzare il consumo di vino e birra attraverso allarmi salutistici in etichetta già adottati per le sigarette, l’aumento della tassazione e l’esclusione dalle politiche promozionali dell’Unione Europea, nell’ambito del sul “Cancer plan” proposto dalla Commissione Europea” come richiesto, insieme al consigliere delegato di Filiera Italia Luigi Scordamaglia,  nella lettera scritta al commissario europeo per gli affari economici Paolo Gentiloni, al commissario all’agricoltura Janusz Wojciechowski, al ministro dell’agricoltura Stefano Patuanelli, agli europarlamentari italiani e ai leader dei principali partiti politici.

Il giusto impegno dell’Unione Europea per tutelare la salute dei cittadini non può tradursi – sottolinea la Coldiretti - in decisioni semplicistiche che rischiano di criminalizzare ingiustamente singoli prodotti indipendentemente dalle quantità consumate. L’equilibrio nutrizionale – precisa Coldiretti – va ricercato tra i diversi cibi consumati nella dieta giornaliera e non certo condannando lo specifico prodotto. Si tratta peraltro di un orientamento incoerente con il sostegno accordato dal provvedimento alla Dieta Mediterranea, considerata un modello alimentare sano e benefico per la prevenzione di molte malattie, tra cui il cancro, ma che si fonda anche sul consumo equilibrato di tuti gli alimenti a partire dal bicchiere di vino ai pasti.

L’Italia è il primo produttore ed esportatore mondiale di vino con le bottiglie Made in Italy che – sottolinea la Coldiretti – sono destinate per circa il 70% a Docg, Doc e Igt con 332 vini a denominazione di origine controllata (Doc), 76 vini a denominazione di origine controllata e garantita (Docg), e 118 vini a indicazione geografica tipica (Igt) riconosciuti in Italia e il restante 30% per i vini da tavola.

Il consumo pro capite in Italia – conclude Coldiretti - si attesta sui 33 litri all’anno con una sempre maggiore attenzione alla qualità, alla storia del vino, ai legami con i territori che spingono italiani e stranieri anche alla scoperta di cantine e aziende".

Seguici sui nostri canali