Covid, Zaia: “Pronti a vaccinare 50mila cittadini al giorno ma blocco AstraZeneca è un problema” | +2191 positivi | Dati 17 marzo 2021
In questa situazione il Veneto sta perdendo circa 10mila iniezioni al giorno.
Consueto appuntamento con il Governatore del Veneto, Luca Zaia, per fare il punto sull’emergenza sanitaria attualmente in corso.
Il bollettino
3578156 test rapidi, 4288785 tamponi molecolari, per individuare 2191 positivi in 24 ore per un incidenza sugli oltre 41mila tamponi al 5,23 per cento. I positivi in totale sono 359mila 247 dal 21 febbraio, 36mila 442 solo oggi. Totale ricoverati: 1807, più 62 rispetto a ieri. 1600 in area non critica, più 58, più 4 in terapia intensiva per un totale di 207. 292 persone sono in terapia intensiva non per il Covid. Decessi: 59 in 24 ore. Totale dei dimessi quasi 17mila.
Sulla situazione in corso, forse, varrebbe la pena ricordare le regole: con numeri come quelli che si stanno osservando negli ultimi giorni, non bisogna dimenticare di usare la mascherina, evitare assembramenti, igienizzare le mani. Adottare quelle regole che ci permettono di convivere con il virus in modo più semplice. Perché non è ancora il momento di abbassare la guardia.
“Dobbiamo evitare di finire in ospedale – ha spiegato il Governatore Luca Zaia nell’ambito del consueto bollettino sull’andamento dell’emergenza sanitaria – Le varianti sono più contagiose, nel silenzio più totale ci sono persone che finiscono in ospedale. Sembra che fuori la vita sia normale. Ma nelle ultime 24 ore oltre 200 persone non ce la facevano più a respirare e sono dovute finire al Pronto soccorso. La situazione è delicata e la partita si vince solo con i vaccini”.
Il vaccino tra luci e ombre
Proprio a proposito di vaccini il Governatore ha voluto un po’ fare il punto della situazione alla luce del recente stop al siero AstraZeneca. Uno stop, evidentemente, che provoca dei rallentamenti alla campagna già avviata.
“Spero che tutti quelli che possono facciano chiarezza sulla situazione che coinvolge il vaccino AstraZeneca – ha continuato Zaia – Il dato Veneto: a fronte di migliaia di vaccini non abbiamo avuto segnalazioni di grossi casi clinici per dover sospendere”.
Ma con la vaccinazione di massa statisticamente si possono verificare dei casi anche gravi e magari dissociati dalla vaccinazione.
“Tutto andrà verificato in tempi brevi – ha proseguito – Se non c’è nesso clinico dobbiamo riprendere con la campagna. Non è che non mi interessi la salute dei cittadini. Anzi. Per l’amore per la verità è d’obbligo che la verità emerga subito. Ho fatto parlare degli esperti in materia di malattie del sangue. C’è da far partire una ricerca: valutare la coagulazione del sangue prima e dopo il vaccino. Magari è una strada da seguire”.
Un’ipotesi che potrebbe aprire nuove strade sul monitoraggio dei rischi sollevati dopo i recenti casi di trombosi. Una strada che potrebbe permettere al Veneto di rimettere in moto una macchina pronta a “correre”.
Piano vaccinale
“Oggi abbiamo effettuato poco più di 11mila di vaccini – ha proseguito – Una grande performance, perché stiamo facendo a meno di AstraZeneca. Ma restano numeri troppo bassi. Abbiamo dato come target 50mila vaccini al giorno. A regime questa macchina impiegherà 1300 persone. E poi c’è il welfare aziendale. Insomma le carte in regola per correre ci sono. Ma servono i sieri da usare”.
La partita si gioca, appunto, con i vaccini. Senza questi diventa difficile. Si basti pensare al numero di positivi a inizio pandemia nelle case di riposo: oltre 3mila. Oggi sono un centinaio. E questo grazie alla campagna di vaccinazione effettuata.
“I ritardi a causa del blocco di AstraZeneca ci stanno rallentando notevolmente – ha concluso – Ad oggi perdiamo circa 10mila iniezioni al giorno. In questo modo forse riusciremo ad avere un’immunità solo nelle categorie degli over 70 entro l’estate”.
La lista dei riservisti
La Regione ha dato disposizioni ai dirigenti delle Ulss di creare delle liste di riservisti, persone, in altri termini, che potrebbero beneficiare dei vaccini extra. A quanto pare, ma il tema è ancora in fase di discussione, c’è l’idea di rispettare il target.
“Prende forma l’idea che, chi ha l’inoculazione il giorno successivo possa essere chiamato il giorno prima – ha precisato Zaia – Questo permetterebbe di mantenere un criterio nella scelta delle persone. Somministrare vaccini non usati a fine giornata a chi si presenta nei centri, non sembra in linea con i criteri”.