Fase 2 accellerata

Zaia: “Parrucchieri ed estetiste come capro espiatorio? Assurdo”

Si spinge per la riapertura per i settori in sofferenza, tra cui servizi alla persona e turismo.

Zaia: “Parrucchieri ed estetiste come capro espiatorio? Assurdo”
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Il punto stampa di oggi, 7 maggio 2020, del Governatore Luca Zaia in diretta dalla sede della protezione civile di Marghera.

Il bollettino

Tamponi 410.000 (+9.000), in isolamento ci sono 5773 persone (-402), positivi 18.553 (+74), ricoverati 959 (-33), 87 terapie intensive (-3), 2826 dimessi (+44). Sono poi 1235 i morti in ospedale ma il totale è di 1589 (+12). Nati 95. Calano quindi le terapie intensive e i ricoveri, già dal 10 aprile: il Veneto porta avanti la volontà di riaprire tutto. Sostiene il Governatore:

“Incontri e scambi sono ad alta intensità: pensare che il capro espiatorio debba essere il parrucchiere o l’estetista assolutamente no. Dare la facoltà alle Regioni di attivare delle riaperture, magari giustificando il perché. Noi siamo pronti ad aprire subito. Non vorrei che in caso di infezione si dica che Zaia aveva detto di aprire tutto. Tutto non prescinde dalle indicazioni sanitarie.”

Avevamo già parlato delle proteste della categoria, come il caso del parrucchiere di Noale che aveva manifestato pochi giorni fa. 

Una specifica per i podisti

“Abbiamo dato tantissime indicazioni sull’uso corretto della mascherina, stiamo anche scrivendo una circolare o un’ordinanza perché molti segnalano l’incongruenza dell’ordinanza emessa precedentemente: se è vero che chi corre può non indossare la mascherina, è anche vero che spesso passa tra persone che passeggiano e la indossano. Dovremo specificare che non si può correre in mezzo a fiumi di persone.”

I parametri e le riaperture

A chi fa il paragone con altre Regioni che rispettano i parametri emanati per la riapertura immediata, Zaia risponde che i dati, in questo caso:

“Lasciano il tempo che trovano. Abbiamo 75 positivi in più in una Regione che ha fatto 9000 tamponi: è una percentuale ridicola. Quando avevamo i focolai, avevamo cifre più importanti: ci sono gli indicatori, confrontare comunità che hanno sanità diverse e che hanno fatto tamponi diversi non ha senso. Un discorso è tamponare i dipendenti della sanità, un conto è tamponare volontari che non hanno lavorato al fronte. Al di là del numero dei tamponi, dobbiamo valutare anche l’aspetto qualitativo: noi facciamo un lavoro di fino, tamponando ospedali e case di riposo. Noi siamo per aprire: a livello nazionale c’è eterogeneità per cui è fondamentale derogare le Regioni perché provvedano alle riaperture.”

Riaprire i negozi ancora chiusi e i centri estetici, quindi, ma lo stesso discorso vale anche per il turismo:

“All’aperto, osservando regole minimali, si può assolutamente fare turismo.”

Il primo giugno è una data inopportuna per le riaperture perché:

“Il quadro sanitario è cambiato: rispetto a 15 giorni fa, spero ci sia un documento del Governo ma noi come Regioni chiederemo di produrlo autonomamente.”

Non si fissa come data il 18 maggio ma semplicemente “il prima possibile”.

La risposta ai social

“Ben vengano gruppi come Le tose di Zaia: ho apprezzato che si sono date una finalità charity e approfittano del network per fare qualcosa di utile per la comunità. Grazie per aver trasformato un gruppo di diletto in qualcosa di sociale: 80.000 persone che si son messe insieme riescono a fare una grande raccolta di fondi e fare donazioni”

La questione tamponi e test

“Sarebbe bello che tutti, tutte le mattine, potessero avere i tamponi ma ci sono dei limiti di esecuzione. Vi ricordo poi che il tampone è un’istantanea: non dura a vita perché un istante dopo potrebbe cambiare. Se fatto sotto i 7 giorni, puoi avere il virus in corpo ma il tampone non è in grado di individuarlo. Si va avanti con le sperimentazioni per il test sierologico: ci sono stati 12 pazienti trattati, prima però il documento verrà inviato all’Istituto superiore per la Sanità.”

L’utilizzo del plasma

“Abbiamo scritto ai direttori generali: adesso si attiveranno perché verrà inviata una lettera a casa, si chiama e chi vuole può mettersi a disposizione. Alcuni donatori sono già stati intercettati, strada facendo, adesso vogliamo fare una roba a tappeto. Siamo i primi a farlo.”

Infine, un ospite a sorpresa: Ivan, il bambino che ha regalato al Presidente Zaia le uova da cui ieri è nato il primo pulcino.

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