Dal 15 giugno

Verso il sì ai banchetti di matrimonio, ma come funzionerà?

Dal distanziamento alle regole per balli, buffet, fotografi e anche gruppi musicali.

Verso il sì ai banchetti di matrimonio, ma come funzionerà?
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C'è anche chi non ha resistito. L'ultimo episodio è stato registrato venerdì sera: la Polizia Locale è intervenuta in una dimora in stile coloniale spesso scelta come location per banchetti di nozze ed eventi di pregio. Gli agenti, riporta Prima Milano Ovest, hanno interrotto una festa di nozze illegale e sanzionato la struttura, chiusa per cinque giorni.

Il problema è sentito. Non è solo il settore del wedding a piangere, sono i tanti cuori rimasti a metà in questi 15 mesi a chiedere a gran voce di poter pronunciare il fatidico sì senza restrizioni.

Verso il sì ai banchetti di matrimonio

E sembra che saranno tutti accontentati: manca soltanto l'ufficializzazione, ma tutto lascia pensare che dal 15 giugno i banchetti di matrimonio potranno ricominciare, con le dovute regole e limitazioni.

Ad oggi, chi si sposa può organizzare una festa soltanto attenendosi alle vigenti norme nei ristoranti e rigorosamente all'aperto. Con l'agognato via libera sarà invece possibile pianificare un ricevimento, a patto che ci si attenga alle disposizioni e con tanto di certificazione verde per gli invitati.

Al momento non figura un limite per i partecipanti, ma tutto è subordinato al difficile incastro fra spazio disponibile e distanza minima da garantire.

Verso la riapertura dei banchetti di matrimonio

Il primo a sbilanciarsi facendo sperare le coppie di sposi era stato il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri che a fine aprile aveva ipotizzato nuove aperture già da metà maggio, manifestando la volontà di andare incontro al comparto del wedding, falcidiato da oltre un anno dalle limitazioni in atto per il contenimento della pandemia.

Dovrebbe essere fondamentale, come per gli spostamenti, anche in questo caso il certificato verde che implica tre diversi scenari:

  • dimostrare di essere stati vaccinati con doppia dose
  • dimostrare di essere guariti dal Covid-19 (sempre con il certificato rilasciato dalla Asl o dal medico di base)
  • aver effettuato un tampone nelle 48 ore precedenti. Il test dovrà essere molecolare, antigenico, ma potrà valere anche quello salivare ritenuto idoneo da una circolare del ministero della Salute.

Il protocollo

Rimasti al palo per oltre un anno, gli operatori del settore wedding, con Assoeventi capofila, hanno proposto un protocollo per la riapertura che è stato recepito dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome già da fine aprile. La speranza, ora, è che il Comitato tecnico scientifico validi queste regole e fissi una data per le riaperture.

Vediamo cosa prevede questo documento che parte dal rispetto delle misure di carattere generale adottate per lo svolgimento dei riti (religiosi e civili), con tanto di indicazioni integrative che costituiscono indirizzi specifici per i banchetti nell’ambito delle cerimonie come i matrimoni, ma anche comunioni e cresime.

I 3 capisaldi

Partiamo dai tre capisaldi: mascherine, distanza e igiene. Non mancherà neppure la misurazione della temperatura corporea (accesso vietato in caso di temperatura superiore a 37,5 °C). Nei guardaroba, gli indumenti e oggetti personali saranno sistemati in appositi sacchetti.

Tavoli, cibo, balli e distanze

Secondo  protocollo recepito dalla Conferenza delle Regioni gli ospiti e gli sposi indosseranno la mascherina (chirurgica o superiore) negli ambienti interni (quando non sono seduti al tavolo) e negli ambienti esterni (qualora non sia possibile rispettare la distanza di almeno 1 metro). Gli ospiti potranno non indossare la mascherina chirurgica nei casi di allontanamento dal proprio tavolo (recarsi in bagno, al bar, ecc.) a condizione di rispettare il distanziamento interpersonale di 1 metro nel caso di soggetti non conviventi.

Il personale di servizio a contatto con gli ospiti deve utilizzare la mascherina e deve procedere a una frequente igiene delle mani con prodotti igienizzanti.

Si raccomanda di prediligere gli eventi all'aperto. In caso di ambienti chiusi va sempre garantito il ricambio d’aria: mantenere aperte porte, finestre e vetrate al fine di favorire il ricambio d’aria naturale negli ambienti interni.  Per gli impianti di condizionamento, è obbligatorio, se tecnicamente possibile, escludere totalmente la funzione di ricircolo dell’aria.

Ok al buffet ma soltanto mediante somministrazione da parte di personale incaricato, escludendo la possibilità per gli ospiti di toccare quanto esposto e prevedendo in ogni caso, per ospiti e personale, l’obbligo del mantenimento della distanza e l’obbligo dell’utilizzo della mascherina a protezione delle vie respiratorie. La modalità self-service può essere eventualmente consentita per buffet realizzati esclusivamente con prodotti confezionati in monodose.

Per i tavoli la distanza minima deve essere di almeno 2 metri (0,5+0,5+1m), considerando il passaggio degli addetti al servizio di somministrazione. Si consiglia, tuttavia, ove possibile garantire una distanza di metri 2,50. I tavoli sono distribuiti e distanziati in modo che le sedute garantiscano il distanziamento interpersonale di almeno 1 metro, fatta eccezione per i tavoli composti da persone che non siano soggette al distanziamento interpersonale in quanto conviventi, così come definito DPCM del 17.05.2020 (il gestore ha la facoltà di chiedere eventuale autodichiarazione). La distanza tra i tavoli è fondamentale per individuare il numero massimo di invitati, che dipenderà appunto dal numero di tavoli che si potranno organizzare tenendo conto della distanza prescritta.

Mascherina e attenzione massima è richiesta anche a fotografi e videomaker, qualora debbano avere una distanza interpersonale inferiore a 1 metro dagli invitati (e dagli sposi). I gruppi musicali dovranno distanziarsi dal pubblico di almeno 3 metri, qualora non provvisti di barriere antidroplets in prossimità del microfono.

Nella prima fase il ballo non sarà consentito, se non all’esterno, e dovrà essere garantita una superficie pro capite pari a 1,2 metri quadri.

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