Itinerari

Il lungo cammino di San Colombano

Dal confine con lo svizzero Canton Grigioni fino a Bobbio nel Piacentino, sulle orme del monaco "patrono d'Europa".

Il lungo cammino di San Colombano
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Col “bordone” del viandante medievale o con i classici bastoncini da nordic walking, vi portiamo su uno dei percorsi che negli ultimi anni sta riscuotendo particolare successo tra i moderni pellegrini: il Cammino di San Colombano. E’ l’insieme delle località via via toccate dal monaco irlandese durante tutta la sua vita, così come scrive il monaco Giona di Susa nella “Vita Columbani” del VII secolo: partì nel 591 da Bangor, nel nord dell’Irlanda, con 12 discepoli, e raggiunse Bobbio nel 614, passando per Gran Bretagna, Francia, Germania, Svizzera e Austria. Qui, sull’Appennino piacentino, fondò la sua ultima abbazia: nella cripta della basilica sono custoditi i suoi resti mortali.

Il Cammino di San Colombano

Il Cammino di San Colombano in territorio italiano è lungo 325 km e diviso in 18 tappe, 10 dal confine svizzero fino a Milano (189 km) e 8 da Milano fino a Bobbio (136 km). Per queste ultime, da Milano (Basilica Sant’Eustorgio) a Bobbio, è possibile far timbrare la credenziale a ogni tappa dell’itinerario e, una volta giunti alla tomba del Santo, ricevere il Testimonium.
E’ evidente che le motivazioni spirituali e religiose sono fondamentali nel percorrere questo cammino. Ma ad esse vogliamo aggiungere le importanti attrattive dal punto di vista ambientale, paesaggistico, culturale, musicale, artigianale ed enogastronomico che si incontrano lungo il percorso. Partiamo!

Da Castasegna a Colico

San Colombano e i suoi discepoli entrarono in Italia scendendo dalla svizzera Val Bregaglia. Partiamo da lì, a poche decine di metri dal confine di stato, e seguiamo i cartelli marroni che indicano la ciclo-pedonale N6. Siamo già in una zona paesaggisticamente molto bella e a poca distanza dal percorso si incontrano luoghi degni di nota (e di visita): ci riferiamo alla cascata dell’Acqua Fraggia nella frazione di Borgonovo, comunque ben visibile anche da lontano, e al prestigioso palazzo cinquecentesco Vertemate-Franchi a Piuro.
Siamo ormai a Chiavenna e sono diversi i luoghi di questa cittadina che dà il nome alla valle meritevoli di una visita: in particolare la Collegiata di San Lorenzo, il principale edificio religioso della città, con il Museo del tesoro che custodisce la “Pace di Chiavenna”, una bellissima copertina di evangeliario costituito da piccoli mosaici, rosoncini, perle e gemme, straordinario esempio di oreficeria medievale. E se volete farvi una bella foto o un selfie, il punto giusto è sul ponte che passa nel centro storico sopra il fiume Mera.
Si segue poi proprio il corso destro del fiume dirigendosi verso Mese e poi Gordona. Dopo il paese merita una sosta la cascata della Boggia, anche se lo spettacolo a cui devono aver assistito San Colombano e i suoi è sicuramente più straordinario di quello odierno, visto che qualche anno fa è stata costruita una centrale elettrica che sfrutta le acque del torrente. A San Pietro si attraversa il Mera e si scende dalla sponda sinistra, poi si fiancheggia il Lago di Novate Mezzola e si attraversa, quindi, la Riserva del Pian di Spagna, dove si vedono le 40 antenne ricetrasmittenti e 20 riceventi del Centro Spaziale del Lario.
Prima di arrivare a Colico e di abbandonare la Valchiavenna, da una parte speriamo vi siate ricordati di assaggiare e, magari, di mettere nello zaino, una di quelle bresaole che solo qui sanno produrre, dall’altra vi consigliamo la visita di due costruzioni militari che sorgono a fianco del Cammino: il Forte di Fuentes sulla collina di Monteggiolo, un edificio militare spagnolo del 1600 di cui si conservano parecchi resti nonostante la distruzione, nel 1796, da parte delle truppe napoleoniche; e, poco più avanti, il Forte Montecchio Nord, la fortezza della Prima Guerra Mondiale meglio conservata in Europa che, dalla sua posizione dominante, offre un panorama unico e suggestivo del Lago di Como.

Chiavenna, Collegiata di San Lorenzo

Da Colico a Lecco

Una volta a Colico, punta nord del Lago di Como, si imbocca, all’altezza del Santuario della Madonna di Valpozzo, quello che è chiamato Sentiero del Viandante e che verrà seguito fino a Lecco con straordinarie vedute sul Lario che vi resteranno impresse nella memoria per tutta la vita.
Scendendo lungo le sponde del lago, merita sicuramente una sosta il borgo medievale di Corenno Plinio, con i suoi mille gradini scavati nella roccia che lo rendono assolutamente caratteristico e il castello con la cinta e due torri merlate che vi faranno fare un favoloso tuffo nel passato. Imperdibile, poi, la visita dell’Orrido di Bellano, recentemente ampliato. Si tratta di un percorso che lascia davvero stupiti i visitatori di questa gola naturale formatasi 15 milioni di anni: un viaggio su suggestive passerelle ancorate alla parete rocciosa, davanti a cascate mozzafiato, sopra ponticelli che guardano su grandi marmitte con le acque dai colori sempre diversi in base alla presenza o meno della luce del sole, in mezzo al silenzio interrotto solo dal rumore, a volte sarebbe meglio dire dalla “musica”, generato dall’acqua del Pioverna che scorre impetuoso tra le rocce.
A Varenna suggeriamo due soste: una, praticamente quasi sul percorso, al Castello di Vezio a picco sopra l’abitato, antico avamposto militare di origine basso medioevale eretto a difesa e controllo del lago, l’altra, anche se bisogna scendere in paese, alle due magnifiche dimore Villa Cipressi e Villa Monastero, coi loro giardini botanici fronte lago che offrono viste incantevoli e singolari.
Passando poi da Lierna, si dia uno sguardo al campanile romanico della chiesa di Sant’Ambrogio, uno dei più antichi della Lombardia, mentre a Mandello del Lario non perdetevi la chiesa di San Giorgio, un prezioso gioiello dell’arte romanica con un ciclo di affreschi del tardo Quattrocento che ornano gran parte delle pareti della navata, l’arco trionfale e il presbiterio. Ricordiamo, per gli amanti delle due ruote, che siete nella patria della Moto Guzzi, l’aquila che vola, la quale ospita un museo dedicato alle sue produzioni.
Siamo ormai a Lecco, città ricca di storia e monumenti con un piacevolissimo lungolago, e patria di Alessandro Manzoni: si può visitare la sua casa, oppure farsi guidare, magari dal lago, ai luoghi dei Promessi Sposi.

Corenno Plinio

Lungo le sponde del fiume Adda

Attraversato lo storico Ponte Azzone Visconti si segue la sponda destra del fiume Adda, prima imboccando la “ciclopedonale dei laghi di Garlate e Olginate” e poi la “ciclabile fiume Adda” praticamente fino a Vaprio d’Adda. Tante le soste consigliate prima di arrivare lì. Innanzitutto si dia uno sguardo al Castello di Brivio che domina ancora il paese con la sua struttura a pianta quadrata, prima di giungere alla Chiesa di San Gottardo e San Colombano, ad Arlate, sorta sui resti di un antico edificio fondato dai monaci di Bobbio: la fermata è chiaramente d’obbligo.
Subito dopo si incrocia il santuario della Madonna del Bosco, tanto caro a san Papa Giovanni XXIII, che qui è ricordato con una statua in bronzo alta quattro metri. A Imbersago, si può anche provare la traversata dell’Adda sul traghetto di Leonardo che sfrutta la corrente del fiume per muoversi, mentre a Paderno tutti con lo sguardo all’insù ad ammirare un capolavoro dell’archeologia industriale italiana, il Ponte San Michele, un ponte ad arco in ferro, a traffico misto ferroviario-stradale, lungo 266 metri e a una altezza di 85 metri al di sopra del livello del fiume Adda.
Poco più avanti, prima del Santuario della Madonna della Rocchetta, doverosa sosta per una foto: infatti, si passa accanto al caratteristico rilievo dei Tre Corni, rappresentato nei disegni di Leonardo da Vinci e che si riconosce nello sfondo della “Vergine delle Rocce”, dipinto in duplice copia custodito uno al Louvre di Parigi e l’altro alla National Gallery di Londra.
Poi, sempre lungo l’Adda, ci sono altri esempi dell’archeologia industriale italiana, come le centrali elettriche Bettini a Porto d’Adda, Esterle a Cornate e Taccani a Trezzo sull’Adda. Qui è consigliata la visita al castello di epoca viscontea, uno dei più importanti del Milanese, più volte distrutto o incendiato ma sempre ricostruito: dalla sua torre quadrata, alta 42 metri, si gode un panorama unico sul fiume Adda.
Più o meno all’altezza del Santuario della Divina Maternità di Concesa si imbocca il sentiero lungo il Naviglio della Martesana e, dopo aver ammirato, dall’altra parte dell’Adda, il Villaggio di Crespi d’Adda, Patrimonio dell’Unesco, si giunge a Vaprio d’Adda dove, una volta superata la Casa del Custode delle Acque, storica costruzione ora sede dell’Ecomuseo Adda di Leonardo, si trova l’antica chiesa di San Colombano restaurata nel 2019 ed eretta su un tempio più antico, che la tradizione vorrebbe fondato dallo stesso San Colombano attorno al 612.

Castello Visconteo di Cassano d'Adda

Seguendo il Naviglio Martesana fino a Milano

A Cassano d’Adda, dove si abbandona il fiume per seguire il Naviglio Martesana in direzione Milano, si segnala lo storico Castello Visconteo e la stupenda Villa Borromeo, tra le più suggestive del panorama architettonico locale, edificata a metà Settecento e dotata di 142 stanze per un totale di 5.000 metri quadrati e di un parco di 7 ettari. Da qui a Milano si incontrano anche altre pregevoli dimore, come Villa Vitali a Inzago o Villa Alari a Cernusco.
È evidente che sul capoluogo lombardo potremmo riempire pagine, ma ci limitiamo al punto di arrivo e partenza della tappa del Cammino di San Colombano: la Basilica di Sant’Eustorgio dove il santo portò le reliquie dei Magi ricevute direttamente dall’imperatore Costante I. La chiesa è ricca di opere d’arte come la Cappella Portinari, con lo straordinario ciclo di affreschi, con episodi della vita del Santo e della Vergine, di Vincenzo Foppa, l’arca di san Pietro martire, capolavoro di Giovanni di Balduccio, e gli altrettanto rilevanti monumenti funebri a Giacomo Brivio e a Pietro Torelli.
Si riparte fiancheggiando le antiche mura spagnole in direzione Chiaravalle. Sosta all’abbazia, uno dei primi esempi di architettura gotica in Italia, che conserva preziose opere d’arte come la Madonna della Buonanotte di Bernardino Luini, e via in aperta campagna. Qualche chilometro dopo, sosta a un’altra abbazia, quella di Viboldone, nel comune di San Giuliano Milanese, che presenta straordinari affreschi, opere di Scuola giottesca.
A Melegnano si passa vicini alla basilica minore di San Giovanni Battista, che conserva una splendida pala d’altare su tavola che rappresenta “Il battesimo di Cristo” firmato dal Bergognone e davanti al castello di origini trecentesche che presenta una serie di cicli pittorici risalenti al Cinquecento.

Milano, Basilica di Sant’Eustorgio

Da Lodi a Bobbio

Pausa a Lodi Vecchio per una visita alla Basilica dei XII Apostoli alla cui consacrazione erano presenti Sant’Ambrogio, vescovo di Milano, e San Felice, vescovo di Como; poi si riprende per Sant’Angelo Lodigiano dove meritano una visita il castello visconteo, voluto per assicurarsi il controllo del fiume Lambro, la basilica dei santi Antonio Abate e Francesca Cabrini e la casa natale di questa religiosa e missionaria fondatrice della congregazione delle Missionarie del Sacro Cuore di Gesù, che a Sant’Angelo Lodigiano nacque nel 1850.
Superato il fiume Lambro si prende l’antica Via Francigena e a Corte Sant’Andrea ci si imbarca per il guado del fiume Po, al “Transitum Padi”.
La nostra meta è sempre più vicina. In questi ultimi chilometri possono meritare una visita il Castello di Calendasco, un imponente maniero difensivo voluto nell’XI secolo dal vescovo conte di Piacenza, l’antica Pieve di Verdeto, risalente all’epoca romanico-gotica, i resti del castello di Montecanino e quelli di Monteventano e Monticello. Di rilievo a Bobbiano ci sono il quattrocentesco oratorio di Sant’Anna, che presenta anche un dipinto raffigurante San Colombano, e la possente Torre medievale posta su uno sperone roccioso al centro della conca di Chiosi.
Ed eccoci a Bobbio col suo centro storico che ha saputo mantenere le caratteristiche del borgo medievale. Si entra in città passando sul Ponte Vecchio o Ponte del Diavolo, un ponte in pietra romanico che attraversa il fiume Trebbia con 11 arcate irregolari, simbolo di Bobbio. Il nostro viaggio si conclude all’Abbazia di San Colombano, uno dei più importanti centri monastici d’Europa, l’ultimo fondato in Italia dal monaco irlandese nel 614. Il sarcofago di San Colombano è conservato nella cripta della basilica.

Castello di Sant’Angelo Lodigiano

Il monaco “patrono d’Europa”

Accanto al santo patrono “ufficiale”, San Benedetto da Norcia, fondatore del monachesimo occidentale, sicuramente non sfigura San Colombano. Fu il primo, in un suo scritto, a esprimere il concetto di Europa come singola entità, unita dalle comuni radici cristiane e che superava le individuali barriere etniche e culturali. E poi il suo viaggio, iniziato nel 590, dall’Irlanda all’Italia, passando per Gran Bretagna, Francia, Germania, Svizzera e Austria, è tanto simbolico quanto realisticamente segno di unificazione di quella che sarà l’Europa. Nei trent’anni in cui si mosse con una dozzina di monaci tra Bangor, nel nord dell’Irlanda, a Bobbio ha fondato ovunque comunità e monasteri, come le grandi abbazie di Annegray e di Luxeuil in Francia, o le comunità di Bregenz in Austria e di Rorschach in Svizzera.
Colombano morì nel 615 a Bobbio e i suoi resti mortali sono custoditi nella cripta della Basilica dell’Abbazia e migliaia di persone ogni anno vi si recano per venerarne la memoria.

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