Emergenza

Dietro-front del Comune: i 27 ucraini rimarranno a Belluno

Il sindaco: “Tutti si sorprendono e puntano il dito, ma noi abbiamo chiesto confronti e soluzioni per mesi”

Dietro-front del Comune: i 27 ucraini rimarranno a Belluno
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Ospitati, sfrattati e poi accolti di nuovo.

Dietro-front del Comune: i 27 ucraini rimarranno a Belluno

“Dopo settimane di lavoro, possiamo dire con certezza di aver trovato gli alloggi e di averlo fatto al di fuori dei tavoli di confronto – spiega il sindaco Oscar De Pellegrin - Rinnoviamo però l’appello perché servono altre strutture per offrire la possibilità anche ad altri, già presenti sul nostro territorio, di fermarsi e per rispondere, in futuro, alle nuove richieste”.

La decisione è stata presa a margine della giunta nella quale si è deliberata una soluzione per un primo gruppo di civili ucraini, arrivati a Belluno nei mesi scorsi e ospitati all’ex caserma dei Vigili del fuoco di Mussoi.

Per le famiglie che hanno espresso la volontà di restare a Belluno, dove i bambini stanno frequentando le scuole, il Comune metterà a disposizione degli appartamenti. Saranno necessari interventi negli spazi interni, in alcuni casi manutenzioni e adattamenti anche ingenti con importanti investimenti economici.

Nel frattempo, si stanno valutando altre soluzioni proposte in questi giorni. Si darà continuità all’ospitalità per 13 minorenni e le loro famiglie.

“Abbiamo aspettato di avere tutti i dati in mano e la certezza che si trattasse di soluzioni percorribili, prima di fare annunci – continua il primo cittadino – Alla fine, in accordo con la Prefettura, ci siamo rivolti alla Regione con la quale abbiamo avviato un dialogo per valutare nuove possibili strade da percorrere. Adesso tutti si sorprendono e puntano il dito, ma noi abbiamo chiesto confronti e soluzioni per mesi, per questo alla fine abbiamo lavorato come Comune fino a quando non abbiamo trovato la quadra”.

L’azione del Comune in questi mesi si è sviluppata in quattro direzioni: da un lato è stata fatta una puntuale rilevazione delle proprietà comunali, per capire quali potessero essere adattate all’ospitalità e quali no, dall’altra gli uffici si sono attivati per cercare finanziamenti da spendere in interventi e lavori interni agli immobili. Non solo, sono stati contattati privati ed enti per sondare la disponibilità di spazi e, in ultima, è stato attivato il canale con la Regione Veneto.

“Per alcuni spazi basteranno pulizie mentre per altri serviranno interventi di manutenzione e di adattamento – specifica il sindaco - abbiamo lavorato a testa bassa per arrivare fino a qui. Dispiace il polverone sollevato attorno alla questione, le accuse e i facili commenti, sarebbe stato più opportuno avanzare soluzioni e dare davvero un contributo all’emergenza, piuttosto che stupirsi. L’ospitalità e l’inclusione sono valori che a nostro parere riguardano tutti, per questo ci sarebbe piaciuto vedere una maggiore disponibilità a cooperare. Abbiamo apprezzato e siamo fortemente grati alle decine di volontari che in questi mesi si sono spesi h24 all’interno della struttura, attraverso il coordinamento della nostra Protezione civile, dando veramente il senso dell’accoglienza. Senza di loro non sarebbe stato possibile assicurare questa risposta in termini di ospitalità”.

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