Marmolada, tre anni dopo la tragedia, Zaia: "Il dolore è ancora vivo"
Il distacco di una porzione del ghiacciaio causò la morte di 11 persone e il ferimento di altre 8

Il 3 luglio è una data che non si dimentica. Sono passati tre anni dalla tragedia sulla Marmolada, quando il distacco di una porzione del ghiacciaio causò la morte di 11 persone e il ferimento di altre 8.
Marmolada, tre anni dopo la tragedia, Zaia: "Il dolore è ancora vivo"
A ricordare quel dramma è il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, che con parole cariche di emozione e riflessione ha voluto rendere omaggio alle vittime e ai loro familiari.
“Sono trascorsi tre anni ma il dolore è ancora vivo e con esso è grande il cordoglio e il senso di vicinanza ai familiari delle vittime. Il 3 luglio è diventata una data indimenticabile per la nostra terra: la Marmolada, cima maestosa e simbolo potente delle Dolomiti, in tempo di pace è tornata a vestirsi di dolore, incidendo un segno indelebile nella vita di persone, famiglie e comunità. Ma è diventata anche fonte di un messaggio che nel dolore invita a non banalizzare il rapporto con la natura, i cicli della Terra, l’approccio con la montagna”.
Zaia ha ripercorso quei giorni drammatici, sottolineando la portata straordinaria dell’evento e il prezzo pagato dal Veneto.
“Di quelle ore conservo indelebile il ricordo di un fatto di portata straordinaria, della conta delle vittime e lo strazio dei familiari nell’attesa delle operazioni di identificazione che solo il 9 luglio sarebbero concluse; un elenco che vedeva la nostra regione pagare il prezzo più alto, piangendo 8 appassionati che condivisero la triste sorte con un altro italiano e due turisti cechi”.
Ma il ricordo, per il Governatore, è anche occasione di consapevolezza.
“Questo è un momento di memoria e di solidarietà verso i loro cari – prosegue Zaia –. Un gesto doveroso, ma anche un invito a rileggere il nostro rapporto con la natura di fronte a un accadimento imprevedibile equivalente al cedimento di un enorme grattacielo di ghiaccio. Altri eventi franosi, di diversa natura ma ugualmente pericolosi, fortunatamente senza danni a persone, si sono verificati anche in questi ultimi giorni in altre zone dolomitiche. Come sempre gli esperti si esprimeranno mentre i nostri tecnici sono già al lavoro e affinando il sistema di monitoraggio operano a 360° nella consapevolezza che se i mutamenti climatici possono avere favorito questi fenomeni, le cause sono molteplici come ci insegna la lunga vita delle nostre montagne, plasmate nei millenni proprio dal dissesto idrogeologico”.
Infine, un pensiero speciale ai soccorritori, protagonisti silenziosi di quei giorni difficili.
“Un pensiero – conclude il Governatore – in questo giorno va anche ai soccorritori e gli operatori del Cnsa, del Suem, delle Forze armate e di Polizia e della Protezione civile che in quei giorni lavorarono senza sosta. Sono il presidio delle nostre montagne, gli angeli degli escursionisti; sempre pronti a mettere in gioco quotidianamente loro stessi con professionalità e abnegazione”.
Una commemorazione che non è solo ricordo, ma anche monito: il rispetto per la montagna e per i suoi equilibri deve essere parte di una nuova coscienza collettiva.