Crisi economica

Wambao-Acc di Mel, problemi per la fusione con l'ex Embraco di Chieri: in 400 col fiato sospeso

La grande fabbrica avrebbe dovuto confluire in Italcomp insieme alla Wambao-Acc di Belluno, ma l'Europa ipotizza violazioni per contributi statali a favore di soggetti privati (un prestito).

Wambao-Acc di Mel, problemi per la fusione con l'ex Embraco di Chieri: in 400 col fiato sospeso
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Problemi sindacali per la fusione della ex Embraco di Chieri, nel torinese, con la Wambao-Acc di Mel (in provincia di Belluno). Sotto la lente l’impossibilità di procedere, dovuta a veti della Commissione europea, a causa della situazione produttiva del sito veneto. Nei progetti del Governo e delle aziende, doveva chiamarsi Italcomp la nuova società nata dalla fusione tra Embraco e Wambao-Acc. Un polo per la produzione di compressori, prevalentemente per la catena del freddo. Ora i sindacalisti chiedono di bypassare le riserve della Ue, un procedimento che non è detto si possa attuare.

L’ostruzionismo dell’Europa

Sotto accusa l’ostruzionismo dell’Europa. Così la triplice CgilCisl e Uil in un comunicato congiunto:

“Il Governo ha assunto degli impegni e ha elaborato un piano che finalmente offre opportunità di rilancio sia ad Acc sia a Embraco. Chiediamo che tale piano proceda nonostante l’ostruzionismo della Commissione europea. C’è forte preoccupazione sulla fattibilità del Polo industriale Italcomp, visti i continui no avuti dalla Commissione europea sulla richiesta dello Stato italiano di poter dare la sua garanzia al prestito ad Acc. Si trova nella incredibile situazione di non poter evadere ordini di compressori, avuti da tutta Europa, per un valore di oltre 2,5 milioni, a causa della difficoltà a pagare i fornitori causa scarsa liquidità. Il Ministero ci ha comunicato che è stata istruita la pratica per chiedere un prestito a Sace dove si avrà una risposta entro circa 10 giorni e che si stanno provando ad aprire linee di credito con banche del territorio bellunese. È in fase di definizione anche la procedura per la costituzione della società Italcomp con un capitale sociale formato per il 70% da risorse pubbliche. Abbiamo chiesto di avere un incontro urgente già dalla prossima settimana per avere ritorni di queste due azioni. Nel frattempo sui territori concorderemo con i lavoratori azioni di lotta nel caso in cui la vertenza non trovi soluzione concrete per il mantenimento occupazionale”.

Una corsa contro il tempo

I sindacati che tutelano i lavoratori temono che, con i continui ritardi nell’attuazione del programma industriale, possano rimetterci i lavoratori. Si tratterebbe quindi di una vera corsa contro il tempo per sbloccare la fusione e cominciare a lavorare anche sulle nuove linee di produzione. L’obiettivo dei manager è riuscire a produrre quasi sei milioni di compressori, diventando il terzo polo sul mercato europeo. Lo sviluppo della nuova società sarà basato su una filiera a vocazione italiana ed europea. Il sito di Riva di Chieri dovrebbe rivestire il ruolo di centro di eccellenza per la produzione di motori, mentre il sito di Belluno sarà dedicato all’assemblaggio dei compressori. In questa fase, a rischiare è soprattutto Wambao-Acc, che potrebbe cessare la produzione già in questi giorni, ma le conseguenze ricadrebbero anche su ex Embraco che ha ben 400 lavoratori in  cassa integrazione fino a luglio. Problemi dunque per la fusione della Embraco di Chieri, che speriamo vengano risolti.

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